lunedì 14 marzo 2011

Giustizia e i tribunali: quattro passi nel passato

Recentemente ho partecipato ad una visita didattica con la mia classe per studiare il fenomeno  dell’inquisizione a Modena.
Dalla scuola siamo andati a piedi in centro e di fianco alla chiesa di San Domenico, che si trova a pochi passi dal Palazzo Ducale, ci attendeva una guida che ci avrebbe accompagnati nella visita.
Nel 1336, gli Estensi, signori della città di Ferrara, vennero a Modena, perché quella città era passata sotto il dominio dello Stato Pontificio e con loro scapparono anche gli ebrei che vi vivevano e che data la nuova situazione non vi potevano più restare. La visita è iniziata da San Domenico proprio perché l’ordine religioso dei Domenicani era a capo del tribunale dell’Inquisizione, che aveva sede nel palazzo di fianco alla chiesa, ora succursale dell’ istituto d’arte Venturi.
Gli Estensi non avevano troppa fiducia nei domenicani, per cui, per controllarli, erano convinti fosse meglio avere il tribunale vicino.
I Domenicani erano molto severi nel giudicare: ad esempio condannavano chi aveva i capelli rossi (il rosso era ritenuto il colore del diavolo e poi erano in pochi quelli che avevano i capelli di quel colore) come una certa Orsolina la rossa della quale ci ha parlato la guida. Ma chi erano le streghe? Spesso
altro non erano che donne che preparavano dei medicinali utilizzando le erbe, un po’ come gli erboristi al giorno d’oggi. Per condannarle bastava la testimonianza i due persone ed anche i sogni erano ritenuti prove valide. A Modena le condanne a morte delle streghe non furono mai eseguite, perché gli Estensi si opposero sempre. Davanti alla chiesa di San Domenico poi c’era uno spiazzo in cui venivano bruciati i libri proibiti. Ogni tanto veniva esposto un elenco di libri e se qualcuno li aveva in casa dovevaconsegnarli.
Si pensava che le streghe si radunassero in un luogo segreto, l’attuale zona dei viali del Parco, dietro il vecchio palazzo della Questura, dove, accanto al cimitero degli eretici ,c’era un noce, attorno al quale facevano la loro festa, chiamata Sabba. Si credeva che tale festa avvenisse il 24 giugno, nella notte di san Giovanni, alla presenza del diavolo.
Girando per il centro, siamo andati anche in via Trivellari e lì la guida ci ha raccontato un’altra storia del passato. In quella strada si riteneva che, durante la notte, nell’oscurità vagassero degli spiriti e quella strada si chiamava Contrada dello Spavento; ma in realtà a creare le ombre terrificanti era soltanto la nebbia che a Modena è sempre stata molto frequente.

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