giovedì 17 febbraio 2011

TUTTI hanno dei diritti...

Giorgia ed io abbiamo scritto questo tema sul diritto alla solidarietà/uguaglianza per un concorso sui diritti fondamentali europei creati dall'UE. Il racconto è stato scritto sotto forma di diario, il diario personale di un ragazzino curdo di nome Orhan, (che abbiamo inventato, per poi narrare dal suo punto di vista) che sta raggiungendo in treno, con la sorella Leyla, la Germania.

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14 settembre ore 9 del mattino

Spero che scriverti mi farà dimenticare.  Dimenticare quella stanza vuota, quella finestra, la puzza di sigaro sulle camicie di mio padre, il profumo del pane d’avena appena sfornato della panetteria di fronte e tutti quei ricordi opprimenti come la forza distruttiva di una tempesta estiva.   Ricordi ripetitivi e insistenti, come il rumore delle rotaie al passare del treno. 
La testa è mitragliata da immagini annebbiate che confondono la realtà con l’immaginazione e non saprei dire se provengano dalla mia mente o dal paesaggio in continuo mutamento al di fuori del finestrino.   Fatico persino a respirare quest’aria pesante che non mi appartiene.
Non so se riuscirò a convincere me stesso che questo viaggio verso la Germania porterà a qualcosa di buono. Forse perché i sensi di colpa per l’abbandono della mia famiglia mi fanno pensare ad una scelta sbagliata.
E’ difficile ricordare mentre ci si allontana sempre più.                  
Ma non avevo scelta, capisci?   In questo paese non c’è spazio per quelli come noi, popolo senza stato, stranieri a casa propria.  Per noi Curdi c’è solo una scelta fattibile: andarsene.    Andarsene nella speranza di tornare un giorno con una vita nuova e col coraggio di affrontare nuovamente i problemi qui in Turchia.
Non nascondo che la mia paura è immensa, ma condivido i miei pensieri con mia sorella Leyla che, anche se piccola e apparentemente fragile, sembra capire più di tutti.
Credo che durante questo lungo viaggio non ti scriverò più.
Voglio resistere alla tentazione di rileggere queste poche righe che in ogni momento mi riporterebbero tra la mia gente, a casa…

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20 settembre 2 di notte

E’ strano essere sveglio a quest’ora della notte, ma con una situazione del genere è difficile prendere sonno.
Per alcuni versi le cose si sono sistemate, per altri sono peggiorate.
Anzitutto il viaggio è stato molto lungo, come mi aspettavo.
Il mio alloggio non è dei migliori, mi devo accontentare di spazi ristretti e non proprio confortevoli. 
Al mio arrivo in aeroporto nessuno mi ha mai guardato dall’alto al basso come la gente è solita fare dalle mie parti …  E’ strano vedere l’indifferenza delle persone davanti ad un volto con caratteri somatici diversi da quelli che sono soliti vedere. 
Ciò mi fa molto riflettere.  So che la mia famiglia mi ha mandato qui perché i paesi dell’unione europea sono più rispettosi nei confronti dei diritti di  ogni persona, evidentemente le cose stanno proprio così … Oppure devo aspettarmi un attacco alle spalle da questi apparentemente “innocui” europei? Mah, starò a vedere … Sai, la prudenza non è mai troppa …

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20 settembre pomeriggio inoltrato

Oggi è stato il mio primo giorno di scuola qui in Germania. Sebbene io abbia 18 anni e venga considerato come una persona adulta, devo comunque ripetere l’ultimo anno di liceo tedesco, tra ragazze e ragazzi con un anno in meno, che parlano un’altra lingua ed ignorano il mio modo di essere diverso da loro.
Chissà che idea si saranno fatti su di me, forse penseranno che sia uno dei soliti immigrati che arrivano spaesati e passano il tempo incollati al banco, intimoriti, in attesa di essere chiamati a far parte di una cerchia di amici,  o penseranno semplicemente che io sia un ragazzo troppo legato al suo paese d’origine e desideroso di starsene per conto suo.

* * *
1 ottobre

Sto cominciando a superare la fase di disorientamento che mi ha oppresso per un po’ di tempo.  Con il tedesco va meglio e dovrebbe essere così anche per Leyla .
Oggi un ragazzo mi si è avvicinato durante il compito di algebra con fare visibilmente teso, ma con buone intenzioni, chiedendomi, con un giro di parole, di passare il pomeriggio al cinema con lui. Ho visto chiaramente il suo imbarazzo, ma l’ho lasciato parlare, l’ho ascoltato e ho annuito in silenzio, poiché anche il silenzio può valere più di mille parole, spesso confuse e impacciate. Non so come andrà, se il cinema sarà solo un pretesto per vantarsi in classe di aver “conosciuto”  lo straniero, o un espediente innocuo per una nuova amicizia.
Probabilmente anche lui un po’ come me si sente isolato o sa cosa voglia dire trovarsi in situazioni del genere. Forse è straniero ed ha avuto a che fare con delle discriminazioni contro la sua famiglia o la sua razza.
Non trovo giuste alcune considerazioni che la gente fa riguardo persone diverse da loro, magari anche solo per dettagli insignificanti e di poco conto.
Per me è importante che ognuno abbia l’opportunità di sentirsi libero ed accolto nella sua diversità ed unicità.
Quindi, in qualunque modo andrà, mi sentirò felice e realizzato per aver capito che nella vita non è necessario essere uguali a tutti gli altri, ma si viene considerati e accettati in quanto persone.
A presto.
Orhan
Giorgia Biagini & Greta Fiorini 3°C

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