mercoledì 23 febbraio 2011

Luca e Marco di Pippo

Belle le loro sciarpe nuove fiammanti, è strano proprio a Novara dovevano comprarle. Loro che erano cresciuti a San Pio X e là avevano giocato in squadra con Angelo Adani e Stefano Cuoghi. Loro che avevano fondato i Boys, gruppo ultrà copiato da quello interista. Loro avevano una visione fanatica del calcio, ogni trasferta era una guerra. Ci si preparava prima, si studiava la strategia per arrivare ed uscire indenni dallo "stadio nemico". Non era facile arrivare a Bologna o a Bergamo ed ancora più difficile era uscirne.
Loro sapevano che in caso di guai le loro spalle sarebbero state coperte dall'amico:"Lo so che ci sei e che sempre ci sarai" dicevano all'altro. La tattica era facile si nascondevano le sciarpe sotto la maglia e via indifferenti in mezzo "ai nemici" i tifosi dell'altra squadra ma anche i poliziotti che proponevano ordine distruggendo i loro piani di guerra. Tante le trasferte e non sempre le cose andarono così lisce, a Mantova furno fermati e trattenuti in commissariato, a Ferrara si picchiarono con gli ultrà e poi sangue ed urla dovunque......... Un giorno strano Marco e Luca si incontrarono come sempre al bar sottocasa, ma Luca non parlava aveva un "rospo in gola" ed alla fine parlò a Marco con un insieme di parole sconfusionate e difficili da capire, Luca aveva deciso un nuovo futuro nella polizia, i suoi superiori l'avevano capito e destinato a seguire le trasferte degli ultrà modenesi. Da quel giorno più o meno benedetto i due amici andavano sempre allo stadio, ma uno in campo con i colleghi della polizia e l'altro come sempre in curva a tifare, in verità pure Luca sotto la sua divisa blu di cui andava tanto fiero portava sempre la sua inseparabile sciarpa giallo-blu e ridendo diceva a tutti la mia divisa è bellissima peccato che non abbia una parte gialla..................
venne quel 13 gennaio, faceva freddo, Marco si sveglià presto sapeva che i bolognesi avrebbero portato la guerra a Modena, strinse le mani dei compagni erano pronti li avrebbero attaccati alla fermata del treno di Castelfranco dovevano pagarla quei maledetti bastardi....A Castelfranco salirono e iniziarono a picchiare senza guardare dove e come colpissero, molto sangue scorse, le donne urlavano come impazzite, un prete si fratturò un femore scappando, urla grida, fumo, Marco lanciò un petardo-bomba "Maradona" tenuto da parte a capodanno di sicuro effetto avrebbe fatto vendetta degli odiati bolognesi, sirene, pianti.........................poi solo silenzio, accorse un dottore del 118 per curare un poliziotto riverso a terra, gli aprì la giacca e cosa strana sotto portava una sciarpa identica a quella del capo ultrà del Modena anche se il giallo intriso di sangue si era fatto rosso sembrando bolognese, Marco indietreggiando lo riconobbe subito era lui, il suo unico vero amico Luca, riverso al suolo ormai esanime, urlò ad un soccorritore:"Cosa gli è successo chi è il bastardo che lo ha ucciso, maledetto figlio di puttana bolognese! e piangeva disperato" gli fu solo risposto che era stato colpito da un Maradona.................lui chiamò a raccolta i modenesi urlando parole di lacrime chiedendo il sangue degli assassini di Luca, partirono decisi e lo scontro fu bestiale molto sangue scorse sul binario 3 di Castelfranco e ad ogni colpo inferto a un bolognese Marco urlava come estasiato questo è per te Luca doveva fare giustizia e lui sapeva dove colpire ...................ma intanto Luca avviato sul sentiero dei giusti, in quel paradiso dove modenesi e bolognesi convivevano finalmente in pace, sorrise perdonando Marco di averlo ucciso dicendogli:" E' la prima volta che non mi hai coperto le spalle ma che ti ho avuto di fronte.................."

2 commenti:

  1. Luca e Marco credo saranno sempre amici e se avessero capito prima non avrebbero permesso all'odio di vincere Sara

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  2. Luca e Marco amavano e si amavano..........la vita li ha portati in giochi diversi, uno serio e l'altro delirante in questa storia la giustizia soccomba...........ma nella vita per fortuna non è sempre così. Francesca T.

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